Anche se può sembrare incredibile, satelliti che orbitano intorno alla Terra a centinaia di chilometri di quota permettono di misurare deformazioni del suolo anche di pochi centimetri! In realtà i satelliti non misurano direttamente gli spostamenti, ma acquisiscono immagini che, tramite complesse analisi, descrivono le deformazioni del suolo.
Non sono immagini analoghe alle foto, bensì immagini radar. E infatti questi satelliti si chiamano SAR (Synthetic Aperture Radar, in italiano radar ad apertura sintetica). Per acquisire queste immagini, i satelliti non hanno bisogno della luce del sole, né che il cielo sia privo di nuvole: sono i satelliti stessi a inviare un’onda elettromagnetica verso la Terra e registrarne poi il ritorno al satellite stesso. Un po’ come fosse un flash, che però l’occhio umano non percepisce.

A prima vista, non sono immagini particolarmente interessanti. Sono in bianco e nero, un po’ sale e pepe, con le montagne che sembrano inclinate da una parte. Questa è un’immagine SAR del vulcano Etna, in Sicilia (Italia).

Eppure, queste immagini contengono informazioni utilissime. Esiste infatti una tecnica, chiamata InSAR (Interferometria da satellite SAR) che combina due immagini acquisite sulla stessa area, ma in due giorni diversi, tramite cui si riesce a ricostruire le deformazioni del terreno che si sono verificate tra la prima e la seconda immagine. Normalmente un territorio non è soggetto, nell’arco di pochi giorni, a grandi deformazioni; ma se nel periodo compreso fra le due acquisizioni SAR si è verificato un terremoto, la tecnica InSAR evidenzia gli spostamenti che il terremoto ha generato.

Il risultato di questa elaborazione si chiama interferogramma e si presenta come un’immagine a frange, in cui le frange sono proprio la misura di quanto si è spostato il terreno in un preciso punto.

In quest’immagine, ad esempio, ogni frangia corrisponde a circa 3 centimetri di spostamento. Contando le frange si può anche capiire quanto è stato lo spostamento massimo.
Anche se un’analisi InSAR è un po’ più complicata di come descritto e ha diverse limitazioni (una su tutte: non funziona su mare), è comunque uno strumento unico per ottenere in breve tempo una mappa così precisa delle deformazioni del suolo.
Poiché le deformazioni del suolo sono la diretta conseguenza della rottura della faglia che ha generato il terremoto, la tecnica InSAR permette uno studio molto accurato della sorgente sismica.
Quasi tutte le faglie che trovate nel catalogo della Sorgente Estesa sono state ricavate a partire dalle mappe InSAR; per sapere come, potete leggere come si arriva dalle deformazioni del suolo alla faglia.
